Cent'anni, 10 icone: la BMW Kompressor
Subito dopo aver sviluppato la R32, gli ingegneri di BMW si cimentarono nello sviluppo di motori per competizioni, ma il successo non fu immediato. L’obiettivo della Casa di Monaco era quello di portare in pista una moto che fosse identica a quella stradale, dal motore alla trasmissione, telaio rigido incluso. Per qualche anno si limitarono alle gare di regolarità e a qualche tentativo di record circoscritti al territorio tedesco, poi, nel 1935, il capo progettista Rudolf Schleicher e la sua squadra tennero a battesimo una nuova 500 con il motore boxer potenziato, la Kompressor appunto, che andò in produzione fino al 1939.
I primi importanti risultati arrivarono nel 1937, con le vittorie di Gregor Meier nel Campionato Europeo che misero in crisi il predominio delle Norton. Il motore era a corsa lunga, un dettaglio rilevante perché, per quanto “ingombrante”, serviva ad aumentare notevolmente l’aspirazione. Il compressore, invece, serviva ad aumentare il riempimento della camera di combustione. Il boxer della Kompressor è stato in grado di raggiungere i 225 km/h in un’epoca in cui la maggior parte delle moto arrivava a malapena alla metà. Le continue migliorie lo portarono sul podio del Tourist Trophy sull'Isola di Man nel 1939.
Nei decenni successivi il progetto fu abbandonato perché troppo sofisticato per un mercato, quello delle competizioni, che premiava l’elaborazione - per non dire la creazione ex novo - di prototipi da corsa a scapito della logica tedesca, per cui a vincere doveva essere una moto “reale” a cui bastasse una sovralimentazione.
Ma in Giappone ringraziano ancora per l’ottima idea.
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