CENT’ANNI, 10 ICONE: LA BMW R75/5
La prima BMW del dopoguerra disegnata “from the scratch”, ovvero a partire da un foglio di carta bianco, vide la luce nel 1969 e fu prodotta fino al 1973. L’ascesa del mercato delle automobili da una parte e dei marchi giapponesi dall’altra avevano messo l’azienda alle strette in termini di competitività.
Harald Hettlich, Helmut Dahne e Alexander Falkenhausen, i motoristi della Casa di Monaco, dovettero superarsi, e alla loro tanto attesa “svolta” fu dato il nome di BMW R75/5. A farla volare era un motore boxer a due cilindri e 4 tempi da 745 cc in grado di generare 50 cavalli con una coppia di 60Nm a 6200 giri/min. Con un peso sostenibilissimo di 210 kg (12 in meno rispetto alla generazione precedente), la R75/5 sbaragliò immediatamente il mercato come la moto versatile per antonomasia, ma anche come la BMW più iconica di sempre. Il tocco prestazionale ce lo misero l’expertise automobilistica (dal motore 1500cc per le quattro ruote venne infatti prelevata una bronzina da inserire nel piede di biella al posto dei classici cuscinetti a rulli per l’albero a gomiti, che esigeva tolleranze particolari e in fase di produzione un eccessivo dispendio di tempo), un nuovo albero motore in pezzo unico, la catena di distribuzione duplex, un nuovo cambio e i prestigiosi carburatori Bing a depressione costante. La sua maneggevolezza la rese accessibile anche ai meno esperti, mentre i consumi ridotti alla portata di tutti.
Elitaria e pop insieme. Come da tradizione Motorrad.