Cent'anni, 10 icone: la BMW K100 RS
All’indomani del lancio lo ribattezzarono “Il mattone volante”, tale fu lo shock dei bmwisti che si aspettavano un nuovo boxer. Ma il nomignolo, al posto di screditare la Casa di Monaco, fece entrare nella leggenda una nuova generazione di propulsori degna di competere per prestazioni e design con il “cugino” a due cilindri. Dicevamo, niente boxer, ma un motore di nuova concezione.
Siamo negli ultimi mesi del 1983, e a Monaco atterra un’astronave chiamata BMW K 100 RS, un progetto realizzato attorno a un quattro cilindri in linea da 987 cc raffreddato - per la prima volta su una BMW di serie - a liquido e montato orizzontalmente, con l'albero motore a destra e la testata con distribuzione bialbero a 8 valvole sul lato sinistro. La K, che stava per Kompact, veniva così a consacrare un nuovo standard di compattezza ottenuta dai quattro cilindri posti longitudinalmente “a sogliola”. Tutto, in questa tourer sportiva senza precedenti, sembrava rompere col passato: dall’abbandono del due cilindri alla carena fantascientifica, dall'iniezione elettronica Bosch LE-Jetronic al telaio a traliccio in acciaio.
A rendere la K 100 RS un riconosciuto capolavoro ingegneristico fu soprattutto il posizionamento del motore, con l’albero disposto longitudinalmente rispetto al senso di marcia, che ottimizzava la classica trasmissione cardanica “made in Monaco”, disposta sulla stessa linea e priva di rinvii. Questo modello aveva in realtà due versioni: quella base, la K 100, con il faro tondo, e la K 100 RS, inorgoglita da una carena che la rende ancora oggi un indimenticabile concentrato di futuristica coolness e di predittiva, eterna eleganza.