100 anni, e sentirli tutti!
Lo sviluppo di un progetto motociclistico a tutto tondo firmato BMW divenne realtà nel 1922, grazie a Max Friz, genio dell’ingegneria che due anni prima aveva sviluppato il primo Boxer, destinato però a essere venduto solo come blocco motore. La nascita della BMW R32 fu quindi l’epilogo di una storia cominciata nel 1916, quando l’industriale Karl Rapp vendette la sua azienda, la Rapp Motorenwerke, specializzata nella produzione di motori per l’aviazione, al concorrente Gustav Otto, che la fuse con la sua creando, nel 1917, la Bayerische Motorenwerke, poi semplicemente BMW. A poche settimane dal suo arrivo, Max Friz progettò un motore tecnicamente superiore a qualunque altro propulsore aeronautico di quel periodo, un sei cilindri chiamato BMW Illa. La disfatta subita durante la Prima Guerra Mondiale costrinse poi le aziende meccaniche tedesche che producevano componenti per l’industria bellica a diversificarsi, e BMW sopravvive grazie alla produzione di sistemi frenanti pneumatici.
Nel 1920, Max Friz affidò a un giovane caporeparto di nome Martin Stolle il compito di progettare un motore per le due ruote. Stolle, che aveva il pallino delle moto, elaborò il 500 cc raffreddato ad aria della sua Douglas (brand inglese) e ne tirò fuori il primo Boxer BMW, chiamato M2 B15. Mille di questi motori vennero installati nella KR 1 della Victoria-Werke, portandola a un successo commerciale che spinse BMW a pensare più in grande e Martin Stolle a mollare BMW per diventare progettista della Victoria-Werke. Scelta sbagliatissima, la sua, perché lo stesso motore fu impiegato anche sulla motocicletta Helios, prodotta dalla Bayerische Flugzeugwerke, azienda che di lì a poco si fuse con la stessa BMW.
Si dice che quando a Max Friz, nuovo Ringo Starr dell’automotive, fu chiesto di valutare la qualità delle Helios, disse che la cosa migliore che si poteva fare con quella moto era buttarla nel lago più vicino. In particolare criticò la disposizione ad albero trasversale del motore, che limitava il raffreddamento del cilindro posteriore. Ottenne quindi l’incarico di progettare una moto da zero, che venne presentata al pubblico il 28 settembre 1923 al Salone dell’Auto di Berlino. La produzione terminò nel 1926, con all’attivo 3.090 esemplari venduti. E l’invidia a vita di Martin Stolle.